Gli Anatidi,
“Anatidae” secondo la denominazione data nel 1825 dallo zoologo e politico
Irlandese Nicholas Aylward Vigors (1785-1840), sono un’importante famiglia di
uccelli medio grandi, acquatici e
migratori, con zampe relativamente corte e piedi palmati che vivono in diversi
Continenti.
A questa famiglia appartiene sia l’oca selvatica che quella
domestica.
L’oca
domestica è la diretta discendente di quella selvatica (denominata anche
“cenerina” per il particolare colore delle sue piume).
L’oca è
stata addomesticata, per la sua carne e per le sue uova, già in tempi
antichissimi, sicuramente prima che gli Egiziani la inserissero largamente
nella loro alimentazione.
L’allevamento delle
oche è stato favorito dalla loro robustezza; sono animali tendenzialmente sani,
che non hanno bisogno di molte cure per il mantenimento.
Oggi le oche sono
allevate anche per produrre il prelibato “foie gras” (fegato grasso).
Attraverso i
secoli l’uomo le ha selezionate, secondo i suoi scopi, fino ad arrivare ai
nostri tempi in cui si contano più di 100 razze diverse di oche domestiche,
identificabili soprattutto dall’aspetto e dalla taglia.
L’oca
bianca, Romagnola bianca, Veneta e Piacentina è stata denominata “Oca di Roma”
o Romana in onore alle loro antenate che secondo la leggenda, in una notte del
390 a.C., salvarono, con il loro starnazzare il Campidoglio dall’assalto
silenzioso dei Galli (Celti che abitavano la Gallia Transalpina) agli ordini
del condottiero Brenno.
Il nome “Oca
Romana” venne usato per la prima volta in
Spagna, alla Seconda Esposizione Mondiale di Avicoltura di Barcellona, nel
maggio del 1924, quando fu presentata dall’Italia come razza pura ottima
produttrice di uova.
Dal 1996 la denominazione è quella di “Oca Italiana”.
La storia
che vi voglio raccontare inizia molti anni prima di quel “venerdì 2 Aprile
1954”, giorno in cui, in una Frazione di Camaiore, antico Comune della
Lucchesia a pochissimi chilometri dal mare, per la precisione a Capezzano
Pianore, nasce colui che diventerà uno dei personaggi più importanti,
innovativi e famosi della moderna Ristorazione Italiana: Marco Garfagnini.
I suoi nonni
materni, Nardino Becagli e la moglie Giulia, sono stati da sempre nel settore
della Ristorazione, negli anni Venti, hanno gestito, a Viareggio (Lu), il Bar
del Bagno Balena e la Trattoria “ La Tromba d’Aria” in Darsena.
Durante quest’ultima
gestione, proprio in Darsena, è nata la mamma di Marco, Fernanda.
La Darsena
di Viareggio è una delle zone più antiche della Città, con il suo vecchio porto
dei pescatori, oggi affiancato da quello turistico e dai famosi cantieri navali
di super lussuose imbarcazioni.
Anticamente quella che oggi è la via
principale, Via Coppino, era il regno dei vecchi artigiani dediti alle barche
come i calafati e i maestri d’ascia.
I nonni di
Marco Garfagnini, dopo le attività sopracitate, presero, nel 1931, la gestione
del Bar/Trattoria alla fermata “Ponte di Sasso” del vecchio trenino che
collegava Camaiore a Viareggio.
La Località
dove si trovava la fermata, che serviva Capezzano, era al crocevia tra la
strada Camaiore - Viareggio (quella che costeggia il Fiume Camaiore) e
l’intersecazione, con relativo ponte, con Via Sarzanese.
Con il
protrarsi della guerra, nel 1944, queste zone furono raggiunte dalla linea del
fronte e per motivi strategici la struttura (bar - trattoria - fermata) fu evacuata
e distrutta dai Tedeschi.
Nel dopo
guerra la Famiglia Becagli Garfagnini riaprì, nel 1947, a Capezzano la
Trattoria - Bar “ Da Nardino”, attività che manterrà fino alla fine del 1965.
Intanto,
agli inizi degli anni sessanta venne ricostruito anche il Locale a Ponte di
Sasso e venne dato in gestione.
Una mattina
del mese di Giugno del 1968, non era ancora l’alba, erano le 5, il gestore di “Ponte
di Sasso” bussò alla porta di Casa Garfagnini e volle per forza riconsegnare le
chiavi e cessare l’attività.
Babbo Alberto Garfagnini, si rivolse con tono
perentorio verso suo figlio quattordicenne, Marco, a casa per le vacanze
estive, e gli disse, dandogli le chiavi: “vai ad aprire, il Bar non può stare
chiuso”.
Nacque in
questo modo “repentino” la carriera ristorativa di Marco Garfagnini.
Da allora a
“Ponte di Sasso” iniziarono una serie di rapide migliorie e innovazioni.
Nel 1970
l’ampliamento dell’attività con l’apertura dell’annessa discoteca “Linus”
inaugurata con alcuni dei big di allora: Bruno Lauzi e i Formula 3 (Alberto
Radius, Tony Cicco, Gabriele Lorenzi).
Linus sarà, in quegli anni, un
trampolino di lancio per molti cantanti super famosi come Renato Zero.
Per circa
due anni, quando mamma Fernanda smise di stare in Cucina, “Ponte di Sasso”,
solo il Ristorante, fu dato in gestione, ma dal 1978 fu ripreso in mano da
Marco Garfagnini e suo zio Fernando Becagli (classe 1935, nato a Capezzano, fratello
della mamma).
Marco fu
promotore di una delle prime straordinarie “Carte dei Vini” con Etichette
Italiane e Francesi insieme a grandi Champagne e grandi distillati.
La selezione
venne fatta, per allora una novità, tra piccoli produttori
(récoltant-manipulant per gli Champagne) poco conosciuti ma di grande pregio.
Completamente
nuova anche la filosofia di poter avere in degustazione, da rare e preziose bottiglie,
anche un solo bicchiere.
Una Carta così prestigiosa che anche il grande Luigi Veronelli
(1926-2004) venne a vederla.
Ad una “Carta
dei Vini” importante bisogna abbinare una “Cucina adeguata”, ed ecco, nel 1980,
arriva il bravo Chef Pistoiese Gianfranco Breschi.
Molte altre novità vennero adottate,
sempre su idee di Marco, tra le altre, l’estrema cura nell’apparecchiatura,
posate completamente nuove per l’Italia come i “salsacoltelli”, pane fatto in casa, piccola pasticceria e una
certa fantasia nella presentazione dei piatti già tendenzialmente “innovativi”.
Tutto ciò
portò ad un immediato grande successo per “Ponte di Sasso” e i suoi titolari:
nel 1982, per la Guida dell’Espresso, è
uno dei 10 migliori Ristoranti d’Italia.
Nel
Settembre del 1984, Marco Garfagnini, all’apice del successo, vende la
Discoteca, e nel Novembre dello stesso anno anche il Ristorante.
Nel Maggio
del 1985, Marco con tutto il suo Staff (lo zio Fernando rimarrà ancora per due
anni), apre sull’Aurelia, a Lido di Camaiore, il Ristorante con terrazza e
giardino : “L’Oca Bianca”.
Un nuovo nome,
per sostituire la vecchia denominazione, Ponte di Sasso, legata alla Località.
Altre
innovazioni danno ancora più lustro al Locale nella nuova sede, come la Carta
dei Caffè, le serate a tema, il “gioco enologico”.
Nel 1993,
sempre nel mese di Maggio, “L’Oca Bianca vola sul mare” (fu esattamente il
motto di allora) al primo piano dello stabile della centrale Via Coppino in
Darsena a Viareggio.
Al piano terra successivamente verrà aperto il “Bistrot
dell’Oca”.
Qui Marco
Garfagnini e Gianfranco Breschi raggiungeranno l’apice del successo con i
massimi punteggi sulle Guide dell’Espresso e del Gambero Rosso, con il “Sole”
della Guida di Veronelli e la “Stella” della Guida Michelin.
Il 30 Giugno
2003 il grande Marco Garfagnini fattosi allettare da una “improvvisa” proposta di
vendita cedette l’attività ritirandosi.
Negli anni
si susseguirono tre gestioni al Ristorante “L’Oca Bianca”, poi un periodo di
chiusura.
Alla fine
del mese di Gennaio 2013, un gruppo di noti imprenditori Viareggini, appassionati
di enogastronomia e tutti Sommelier, insieme ad alcuni notissimi personaggi
della ristorazione locale hanno deciso di costituire una nuova società,
denominata “Quelli dell’Oca” al fine di ridare vita a quel prestigioso Locale
che ha fatto storia.
Sono stati
effettuati lunghi e impegnativi lavori per un totale rinnovo dei locali,
compreso la cucina.
Per la parte
operativa, vera e propria, in Sala c’è Stefano Niccoli con suo figlio Simone e Nicola
Dallori, in Cucina gli Chef Giovanni Dallori (fratello di Nicola) e Paolo Carnicelli
aiutati da Mohammed e Renato.
Il mio
grande amico Stefano è nella Ristorazione dalla nascita, i suoi genitori
aprirono in passeggiata a Viareggio, nel 1948, un altro famoso e premiato Locale
il “Montecatini” rimasto in attività fino al 2000. Dopo l’attività di famiglia
ha gestito, dal 2001 al dicembre 2012, sempre a Viareggio, l’Enoteca con Cucina
“Il Puntodivino”, uno dei più importanti luoghi di ritrovo del buon gusto
Versiliese.
Sommelier A.I.S. dal 1982, è un grandissimo esperto di vino, un
grande palato e uno scopritore attento di nuove meritevoli Aziende
vitivinicole.
Nicola
Dallori, classe 1975, Viareggino, affermato Sommelier A.I.S., ha lavorato, sia
in zona che fuori, in Locali molto conosciuti.
Suo fratello
Giovanni, classe 1982, ha frequentato e si è diplomato all’Istituto
Professionale di Stato Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera
“Giuseppe Minuto” di Marina di Massa.
Si è specializzato lavorando nelle Cucine
di Ristoranti importanti e “Stellati” come il "Bistrot" di Forte dei Marmi e
”L’Oca Bianca” con lo Chef Gianfranco Breschi.
Paolo Carnicelli
è entrato a lavorare nella Cucina del Ristorante Montecatini nel 1982, era un
ragazzo di soli 17 anni, e quando il Ristorante ha chiuso è passato all’Enoteca
con Cucina Il Puntodivino.
Da sempre è il bravo Chef di Stefano Niccoli.
Domenica 14
Aprile 2013 con una lunga e affollata festa d’inaugurazione, a cui hanno
partecipato centinaia di persone, ha riaperto il Ristorante con il “nuovo” nome
“L’OCA”.
Al
Ristorante “L’Oca” si accede dall’ingresso vetrato, a piano terreno, e salendo
le ampie scale.
Arrivati sopra,
a destra il grande bancone di servizio, alla fine del quale vi sono, le porte
della Cucina, di fronte il salottino con i comodi divanetti ed il suggestivo
caminetto, a sinistra si accede alla luminosa sala con la bellissima vista del
mare e del porto turistico.
In fondo
alla sala a sinistra la stanza vetrata che fa da Enoteca con un tavolo
riservato.
La capienza massima
è di circa sessanta persone, ma in caso di eventi particolari si può arrivare
fino a novanta.
Bella,
semplicemente elegante l’apparecchiatura con le posate in argento, i tavolini
sono bene distanziati e praticamente tutti godono della magnifica vista.
La Carta dei
Vini con “così tanti Sommelier” non poteva che essere super interessante e
selezionata. Circa 250 Etichette per 1500 bottiglie, Bollicine e Champagne,
Vini Bianchi (in prevalenza) e Rossi da tutte le Regioni più avocate d’Italia,
dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania e dall’Austria, con qualcosa anche
dal resto del mondo.
Per le piccole Aziende del Piemonte e del Friuli Venezia
Giulia si nota la “mano del maestro” Stefano Niccoli.
Il Menu è
ricco e vario di mare e di terra, segue le stagioni e la spesa quotidiana.
Molta attenzione viene riservata alla qualità delle materie prime.
Ci sono due
“Menu degustazione” consigliati, comprensivi di vini al calice in abbinamento,
con un rapporto qualità prezzo super interessante.
Ma veniamo
alla degustazione che è stata accompagnata da una buona bottiglia di
“Strasserhof Kerner 2012”, Alto Adige - Valle Isarco D.O.C., 100% Kerner, 13,5%
Vol., prodotto da Hannes Baumgartner nella Frazione di Novacella nel piccolo
Comune di Varna in Provincia di Bolzano.
In tavola il
cestino con il pane assortito e la schiacciatina:
- Insalatina
calda di mare;
- Vellutata
di patate allo zafferano con seppioline grigliate;
- Crostino con gambero, passatina di pomodoro e erbe aromatiche;
- Tagliolini
di pasta fresca con calamaretti, salvia e lime;
- Bavette
con canocchie, carciofi e guanciale croccante;
- Filetto di
scorfano alla Siciliana;
- Nuvola
(fatta con il sifone) di tiramisù.
Il dolce è
stato accompagnato da un’altra buona bottiglia “Criolin Moscato d’Asti 2012”,
D.O.C.G Moscato d’Asti, prodotto dall’Azienda Agricola Criolin di Angelo
Canavero a Castagnole delle Lanze, Asti.
Tutto buono
e ben presentato, premuroso e attento il servizio.
Il
Ristorante “L’Oca” in Darsena a Viareggio ha riportato in vita i Locali che
hanno ospitato “L’Oca Bianca”: una
riapertura in grande stile ...... l’oca è tornata a volare.
Ristorante
L’Oca
Via Coppino,
409 Viareggio
(Lucca)
Tel. 0584
1661661
Marco Garfagnini e Giorgio Dracopulos
Vista della Sala
Il Panorama
L'Enoteca
Insalatina di Mare
Vellutata di Patate e Seppioline
Crostino con Gambero
Tagliolini con Calamaretti
Bavette con Canocchie
Filetto di Scorfano alla Siciliana
Nuvola di Tiramisù
Stefano Niccoli, Nicola e Giovanni Dallori con Dracopulos
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