Mino Gambini poeta e scrittore contemporaneo Viareggino termina la sua Poesia intitolata “A Viareggio” con queste parole: “Armonica espressione fusa tra cielo e terra: Viareggio, del Tirreno, tu sei l’eccelsa Perla; tu sei, della Versilia, la mitica bellezza, che non trapassa mai”.
La Città di
Viareggio è una bella e storica Località adagiata nel tratto costiero
rientrante nella Provincia di Lucca ed è un’accogliente Centro
turistico/balneare. Le sue lunghe e sabbiose spiagge sono bagnate, per la gioia
dei vacanzieri, dalle acque del Mar Ligure.
Viareggio,
oltre alle innumerevoli attrattive estive, ha un’intensa vita mondana tutto
l’anno, per esempio, dal lontano 1873, qui, si svolge anche uno dei Carnevali
più belli, coreografici, ricchi, divertenti e famosi del Mondo. Oltre a ciò,
alle spalle è incorniciata dal suggestivo panorama delle Alpi Apuane e ai lati
dalle grandi, verdeggianti e rilassanti Pinete.
Ma
Viareggio, in particolar modo con il suo Canale navigabile e la sua Darsena, ha
anche una Storia di Barche e di Pescatori.
Definire
precisamente, con delle parole, la Storia infinita tra l’Uomo e il Mare è cosa
praticamente impossibile, raccontare una Storia specifica si può fare.
Agli inizi
del 1900 a San Benedetto del Tronto, una bella e accogliente Cittadina, con
origini che si perdono in Epoca Romana, adagiata sulla Costa Marchigiana alla
foce del Fiume Tronto, era molto sviluppata la pesca. Famosi, intraprendenti e
ingegnosi i pescatori del luogo, tantoché, nel 1912, furono i primi ad
applicare un motore a una barca da pesca: una vera e propria “rivoluzione
industriale”, che li portò a navigare anche in acque molto lontane e incrementò
vertiginosamente la pesca.
Alla fine
della Prima Guerra Mondiale (1914 -1918) il Mare Adriatico, però, era molto
pericoloso, a causa delle moltissime mine che vi galleggiavano, e impoverito.
Un
consistente gruppo di pescatori decise di trasferirsi, con barche e famiglie,
su una nuova Costa, quella Tirrenica. La Località prescelta, per non rubare il
lavoro a nessuno, era una Cittadina che in quel tempo era più “terra” di
marinai che di pescatori: Viareggio.
La Darsena
di Viareggio è una delle zone più antiche della Città, con il suo vecchio Porto
di Pescatori, oggi affiancato da quello Turistico e dai famosi Cantieri Navali
di super lussuose imbarcazioni. Anticamente quella che oggi è la via
principale, Via Michele Coppino, era il regno dei vecchi artigiani dediti alle barche
come i calafati e i maestri d’ascia.
Proprio la
Darsena di Viareggio fu la meta definitiva dei pescatori Marchigiani e dello
loro barche da pesca con cui erano arrivati: le “Paranze”. Un’imbarcazione nata
probabilmente alla fine del 700, molto diffusa in Adriatico fino al 1950, che aveva
un lungo pennone su cui si alzava in origine una “vela latina” e in anni più
recenti una “vela a terzo”.
Nacque cosi,
con questa forte spinta, oltre a una
nuova comunità di persone che ben s’integrarono tra di loro, quella comunità di
pescatori “Viareggini”, che nei momenti migliori ha avuto anche più di 100
barche in mare.
I
Marchigiani, grandi lavoratori e profondi conoscitori del mare, oltre alle loro
tecniche di pesca portarono alcune della loro tradizioni, comprese quelle
gastronomiche.
Dall’incontro
di due mondi gastronomici, nacque (senza precise certezze di attribuzione), tra
le altre, una particolare ricetta denominata “Trabaccolara”. Venne chiamata
così ispirandosi alle barche robuste da trasporto dell’Adriatico denominate
“Trabaccoli” che erano dotate di due alti alberi armati con “vele a terzo”,
avevano la carena arrotondata e con una capace stiva centrale a cui si accedeva
da un grande boccaporto a prova di mare.
La
“Trabaccolara” non è altro che un piatto di pasta (prevalentemente spaghetti) e
sugo di pesce di recupero, il meno pregiato, quello che una volta non veniva
portato ai mercati o rimaneva invenduto, ma che oggi è stato rivalutato. Una
salsa insaporita da pomodori tagliati a pezzettini, da aglio, prezzemolo, sale,
pepe, olio extravergine di oliva, il tutto poi sfumato con il vino bianco. Una
vera e propria delizia per il palato.
La ricetta
della “Trabaccolara” è tornata in auge alla fine del 1900 grazie ai grandi
Ristoratori Viareggini che l’hanno fatta conoscere in varie parti d’Italia e
non solo.
In Darsena a
Viareggio ci sono alcuni Ristoranti e Trattorie che tramandano la Cucina di
Mare Tradizionale, uno tra questi Locali Storici e dove si può apprezzare al
meglio tale fatto è il Ristorante/Trattoria “da Miro alla Lanterna ” ubicato
proprio in Via Michele Coppino al Civico 289, nel Cuore della Darsena, davanti
al Porto.
Il
Ristorante “da Miro alla Lanterna ” nasce nel lontano 1954 quando
Mirro Ghilarducci (classe 1922, da tutti conosciuto come “Miro”) aprì una
Fiaschetteria ovvero una piccola Osteria denominata “Da Miro”, per i Pescatori
che allora ormeggiavano proprio al Molo di fronte.
Mirro
Ghilarducci avevo lavorato da sempre in Sala, a Viareggio nella sua Città, in
Locali anche molto importanti e famosi come “Il Principe di Piemonte” e il
“Kursaal”, ma aprire un Locale di Famiglia era sempre stato il suo sogno.
Nella Cucina
del loro nuovo Locale entrò la moglie di Mirro Maria Caniparoli. Lei aveva
avuto già esperienza di lavoro come Cuoca al Buffet della Stazione di Viareggio
(bellissima opera architettonica in marmo rosso delle Apuane, progettata
dall’Arch. Roberto Narducci e inaugurata il 13 Giugno 1936). In aiuto entrarono
anche la sorella di Mirro, Aurelia, e la sorella di Maria, Anna.
In Anni
successivi anche le Tre Figlie di Mirro entrarono a lavorare nella Trattoria:
Giovanna, Annarita e la più piccola Amalia.
Da subito il
loro Locale si distinse per la grande freschezza delle materie prime, “in
primis” il pesce, e per gli ottimi piatti serviti insieme a del buon Vino.
Con il
passare dei decenni la fama della loro buonissima Cucina e della grande
accoglienza si diffuse oltre il territorio Viareggino e della Versilia. La
Trattoria “da Miro alla Lanterna ” divenne meta di una clientela affezionata e più
diversificata; arrivarono anche un gran numero di personaggi famosi come gli Scrittori
e Poeti Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970) e Mario Tobino (1910 - 1991).
Nel 1995
Daniele Poleschi (classe 1973), Figlio di Amalia, entrò nell’attività di
Famiglia, grazie alla sua grandissima passione per i Vini, dal 2003 è anche
Sommelier A.I.S., la loro Carta dei Vini ha raggiunto un livello del tutto eccezionale:
più di 700 selezionatissime Etichette, di cui un Centinaio di Champagne, scelte
personalmente da Daniele dopo aver conosciuto Aziende e Produttori.
Nel 1995 anche
la Sorella di Daniele, Manuela (classe
1975), iniziò a lavorare in Sala al Ristorante.
Ma veniamo
alla degustazione fatta che è stata accompagnata da una buona bollicina Francese
selezionata da Daniele Poleschi: - “Champagne Simart - Moreau Brut”, Grand Cru,
Grande Réserve, 75% Chardonnay e 25% Pinot Noir, 12% Vol., prodotto dalla
Maison Champagne Simart - Moreau un’ Azienda “RM =
Récoltant-Manipulant”, piccoli produttori che si definiscono “artisan-vigneron”
(artigiano/contadino vignaiolo), elaborano, imbottigliano e commercializzano le
proprie uve.
Sono state
servite le seguenti portate:
- “Entrée” -
Panino al nero di seppia, con carpaccio di scampo, pomodorino confit, rucola
fritta e maionese di polpo;
-
“Degustazione di Ostriche, 2 x Tipo di
Tre Aziende Diverse” - Cadoret, Roman’s e Gillardeau;
- Calamaro
con friarielli su vellutata di zucca;
- “La
Triglia come fosse una Parmigiana” - Triglia di scoglio ripiena di melanzana e
pomodoro con scaglie di cialde di
Parmigiano Reggiano su crema di mozzarella di bufala;
- Risotto (preparato
con Riso Mantovano Superfino Carnaroli per Alta Cucina della Cascina Corte
Motta Riseria Cornacchia) con gamberi rosa e rossi sgusciati, crema di
pomodorini gialli, crema di burrata, timo e limone;
- Ombrina di
retina sfumata alla Vernaccia, con patate, pomodori sechi, olive e fiori di
cappero;
- Semifreddo
ai tre cioccolati (fondente 76%, gianduia, bianco) con gelatina di mango e
frutto della passione;
- Piccola
Pasticceria.
Tutto
decisamente molto buono e ben presentato.
Una grande
Cucina Tradizionale con piccole variazioni di modernità frutto della bravura di
esperti Chef come Amalia Ghilarducci, Federico Fonzo (Antipasti) e Paolo Volpe
(Primi Piatti).
Il Servizio
di Sala è stato perfettamente eseguito con moltissima professionalità e
gentilezza da Daniele Poleschi insieme a sua sorella Manuela, Roberto Mancini e
Vincenzo Coppola.
In Darsena a
Viareggio (LU) al Ristorante “da Miro alla Lanterna ” con assoluta certezza potete
trovare, dal 1954, una straordinaria Cucina di Mare.
https://www.ristorantedamiro.com/
Nessun commento:
Posta un commento