mercoledì 21 ottobre 2020

RISTORANTE “DA MIRO ALLA LANTERNA” A VIAREGGIO (LU) DAL 1954 UNA STRAORDINARIA CUCINA DI MARE.

 


Mino Gambini poeta e scrittore contemporaneo Viareggino termina la sua Poesia intitolataA Viareggio” con queste parole: “Armonica espressione fusa tra cielo e terra: Viareggio, del Tirreno, tu sei l’eccelsa Perla; tu sei, della Versilia, la mitica bellezza, che non trapassa mai”.

La Città di Viareggio è una bella e storica Località adagiata nel tratto costiero rientrante nella Provincia di Lucca ed è un’accogliente Centro turistico/balneare. Le sue lunghe e sabbiose spiagge sono bagnate, per la gioia dei vacanzieri, dalle acque del Mar Ligure.

Viareggio, oltre alle innumerevoli attrattive estive, ha un’intensa vita mondana tutto l’anno, per esempio, dal lontano 1873, qui, si svolge anche uno dei Carnevali più belli, coreografici, ricchi, divertenti e famosi del Mondo. Oltre a ciò, alle spalle è incorniciata dal suggestivo panorama delle Alpi Apuane e ai lati dalle grandi, verdeggianti e rilassanti Pinete.

Ma Viareggio, in particolar modo con il suo Canale navigabile e la sua Darsena, ha anche una Storia di Barche e di Pescatori.

Definire precisamente, con delle parole, la Storia infinita tra l’Uomo e il Mare è cosa praticamente impossibile, raccontare una Storia specifica si può fare.

Agli inizi del 1900 a San Benedetto del Tronto, una bella e accogliente Cittadina, con origini che si perdono in Epoca Romana, adagiata sulla Costa Marchigiana alla foce del Fiume Tronto, era molto sviluppata la pesca. Famosi, intraprendenti e ingegnosi i pescatori del luogo, tantoché, nel 1912, furono i primi ad applicare un motore a una barca da pesca: una vera e propria “rivoluzione industriale”, che li portò a navigare anche in acque molto lontane e incrementò vertiginosamente la pesca.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale (1914 -1918) il Mare Adriatico, però, era molto pericoloso, a causa delle moltissime mine che vi galleggiavano, e impoverito.

Un consistente gruppo di pescatori decise di trasferirsi, con barche e famiglie, su una nuova Costa, quella Tirrenica. La Località prescelta, per non rubare il lavoro a nessuno, era una Cittadina che in quel tempo era più “terra” di marinai che di pescatori: Viareggio.

La Darsena di Viareggio è una delle zone più antiche della Città, con il suo vecchio Porto di Pescatori, oggi affiancato da quello Turistico e dai famosi Cantieri Navali di super lussuose imbarcazioni. Anticamente quella che oggi è la via principale, Via Michele Coppino, era il regno dei vecchi artigiani dediti alle barche come i calafati e i maestri d’ascia. 

Proprio la Darsena di Viareggio fu la meta definitiva dei pescatori Marchigiani e dello loro barche da pesca con cui erano arrivati: le “Paranze”. Un’imbarcazione nata probabilmente alla fine del 700, molto diffusa in Adriatico fino al 1950, che aveva un lungo pennone su cui si alzava in origine una “vela latina” e in anni più recenti una “vela a terzo”.

Nacque cosi, con questa forte  spinta, oltre a una nuova comunità di persone che ben s’integrarono tra di loro, quella comunità di pescatori “Viareggini”, che nei momenti migliori ha avuto anche più di 100 barche in mare.

I Marchigiani, grandi lavoratori e profondi conoscitori del mare, oltre alle loro tecniche di pesca portarono alcune della loro tradizioni, comprese quelle gastronomiche.

Dall’incontro di due mondi gastronomici, nacque (senza precise certezze di attribuzione), tra le altre, una particolare ricetta denominata “Trabaccolara”. Venne chiamata così ispirandosi alle barche robuste da trasporto dell’Adriatico denominate “Trabaccoli” che erano dotate di due alti alberi armati con “vele a terzo”, avevano la carena arrotondata e con una capace stiva centrale a cui si accedeva da un grande boccaporto a prova di mare.

La “Trabaccolara” non è altro che un piatto di pasta (prevalentemente spaghetti) e sugo di pesce di recupero, il meno pregiato, quello che una volta non veniva portato ai mercati o rimaneva invenduto, ma che oggi è stato rivalutato. Una salsa insaporita da pomodori tagliati a pezzettini, da aglio, prezzemolo, sale, pepe, olio extravergine di oliva, il tutto poi sfumato con il vino bianco. Una vera e propria delizia per il palato.

La ricetta della “Trabaccolara” è tornata in auge alla fine del 1900 grazie ai grandi Ristoratori Viareggini che l’hanno fatta conoscere in varie parti d’Italia e non solo.

In Darsena a Viareggio ci sono alcuni Ristoranti e Trattorie che tramandano la Cucina di Mare Tradizionale, uno tra questi Locali Storici e dove si può apprezzare al meglio tale fatto è il Ristorante/Trattoriada Miro alla Lanterna ubicato proprio in Via Michele Coppino al Civico 289, nel Cuore della Darsena, davanti al Porto.

Il Ristoranteda Miro alla Lanternanasce nel lontano 1954 quando Mirro Ghilarducci (classe 1922, da tutti conosciuto come “Miro”) aprì una Fiaschetteria ovvero una piccola Osteria denominata “Da Miro”, per i Pescatori che allora ormeggiavano proprio al Molo di fronte.

Mirro Ghilarducci avevo lavorato da sempre in Sala, a Viareggio nella sua Città, in Locali anche molto importanti e famosi come “Il Principe di Piemonte” e il “Kursaal”, ma aprire un Locale di Famiglia era sempre stato il suo sogno.

Nella Cucina del loro nuovo Locale entrò la moglie di Mirro Maria Caniparoli. Lei aveva avuto già esperienza di lavoro come Cuoca al Buffet della Stazione di Viareggio (bellissima opera architettonica in marmo rosso delle Apuane, progettata dall’Arch. Roberto Narducci e inaugurata il 13 Giugno 1936). In aiuto entrarono anche la sorella di Mirro, Aurelia, e la sorella di Maria, Anna.

In Anni successivi anche le Tre Figlie di Mirro entrarono a lavorare nella Trattoria: Giovanna, Annarita e la più piccola Amalia.

Da subito il loro Locale si distinse per la grande freschezza delle materie prime, “in primisil pesce, e per gli ottimi piatti serviti insieme a del buon Vino.

Con il passare dei decenni la fama della loro buonissima Cucina e della grande accoglienza si diffuse oltre il territorio Viareggino e della Versilia. La Trattoriada Miro alla Lanterna ” divenne meta di una clientela affezionata e più diversificata; arrivarono anche un gran numero di personaggi famosi come gli Scrittori e Poeti Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970) e Mario Tobino (1910 - 1991). 

Nel 1995 Daniele Poleschi (classe 1973), Figlio di Amalia, entrò nell’attività di Famiglia, grazie alla sua grandissima passione per i Vini, dal 2003 è anche Sommelier A.I.S., la loro Carta dei Vini ha raggiunto un livello del tutto eccezionale: più di 700 selezionatissime Etichette, di cui un Centinaio di Champagne, scelte personalmente da Daniele dopo aver conosciuto Aziende e Produttori.  

Nel 1995 anche la Sorella di Daniele, Manuela (classe  1975), iniziò a lavorare in Sala al Ristorante.

Ma veniamo alla degustazione fatta che è stata accompagnata da una buona bollicina Francese selezionata da Daniele Poleschi: - “Champagne Simart - Moreau Brut”, Grand Cru, Grande Réserve, 75% Chardonnay e 25% Pinot Noir, 12% Vol., prodotto dalla Maison Champagne Simart - Moreau un’ Azienda “RM = Récoltant-Manipulant”, piccoli produttori che si definiscono “artisan-vigneron” (artigiano/contadino vignaiolo), elaborano, imbottigliano e commercializzano le proprie uve.

Sono state servite le seguenti portate:

- “Entrée” - Panino al nero di seppia, con carpaccio di scampo, pomodorino confit, rucola fritta e maionese di polpo;

- “Degustazione di Ostriche, 2 x Tipo  di Tre Aziende Diverse” -  Cadoret, Roman’s e Gillardeau;  

- Calamaro con friarielli su vellutata di zucca;

- “La Triglia come fosse una Parmigiana” - Triglia di scoglio ripiena di melanzana e pomodoro con  scaglie di cialde di Parmigiano Reggiano su crema di mozzarella di bufala;

- Risotto (preparato con Riso Mantovano Superfino Carnaroli per Alta Cucina della Cascina Corte Motta Riseria Cornacchia) con gamberi rosa e rossi sgusciati, crema di pomodorini gialli, crema di burrata, timo e limone;

- Ombrina di retina sfumata alla Vernaccia, con patate, pomodori sechi, olive e fiori di cappero;

- Semifreddo ai tre cioccolati (fondente 76%, gianduia, bianco) con gelatina di mango e frutto della passione;

- Piccola Pasticceria.

Tutto decisamente molto buono e ben presentato.

Una grande Cucina Tradizionale con piccole variazioni di modernità frutto della bravura di esperti Chef come Amalia Ghilarducci, Federico Fonzo (Antipasti) e Paolo Volpe (Primi Piatti).

Il Servizio di Sala è stato perfettamente eseguito con moltissima professionalità e gentilezza da Daniele Poleschi insieme a sua sorella Manuela, Roberto Mancini e Vincenzo Coppola.

In Darsena a Viareggio (LU) al Ristoranteda Miro alla Lanternacon assoluta certezza potete trovare, dal 1954, una straordinaria Cucina di Mare.

https://www.ristorantedamiro.com/

https://vimeo.com/157830391


Panino al Nero di Seppia...... (Foto Luca Managlia)

Ostriche...... (Foto Luca Managlia)

Calamaro con Friarielli...... (Foto Luca Managlia)

"La Triglia come Fosse una Parmigiana"..... (Foto Luca Managlia)

Risotto con Gamberi Rosa e Rossi...... (Foto Luca Managlia)

Ombrina Sfumata alla Vernaccia...... (Foto Luca Managlia) 

Semifreddo ai Tre Cioccolati...... (Foto Luca Managlia)

Paolo Volpe, Giorgio Dracopulos, Amalia Ghilarducci, Federico Fonzo 
(Foto Luca Managlia)

Daniele e Manuela Poleschi, Giorgio Dracopulos, Roberto Mancini
(Foto Luca Managlia)


Nessun commento: