In Provincia
di Pisa, sulle pendici orientali del “Monte Pisano” (noto anche con la
forma plurale “Monti Pisani”, è un sistema montuoso di modeste
dimensioni facente parte del Subappennino Toscano che
separa Pisa da Lucca) e sulle rive del Rio Magno, c’è
l’antico e ospitale Comune di Buti immerso in verdeggianti e suggestive Aree
Protette e Riserve Naturali.
Il Comune di
Buti oggi ha circa 5.600 abitanti e il suo Territorio annovera tre Centri
abitati: Buti, La Croce e Cascine, collegati tra di loro dalla Strada
Provinciale 38 che costeggia il “Rio dei Ceci” (o Rio Magno). Fino al 1944 Buti
era servita anche dalla Ferrovia Lucca-Pontedera grazie alla presenza di
una Stazione in Località Cascine. Il Toponimo è attestato per la
prima volta nel 1068 come “Buiti”, termine che deriva dalla parola
“bucita” (pascolo di buoi) nel linguaggio tardo Latino.
Ma la prima
attestazione scritta dell'esistenza di un Borgo in questi luoghi riguarda
l'edificazione di due Chiese e risale all'Anno 841. Nel Secolo XI questo
Territorio grazie alla sua importantissima rilevanza strategica era già stato
dotato di un potente sistema difensivo, al punto che ben otto castelli si
ergevano maestosi sulle cime dei Monti della zona: il Castello di
Panicale, Castell'Arso, il Castello di Farneta, il Castello di Santo Stefano in
Cintoia, Castel di Nocco, Castel Tonini, Castel San Giorgio e il Castello di
Sant'Agata. Alcuni di essi sono andati perduti nel corso dei Secoli, altri
sono sopravvissuti e si possono ancora visitare, come Castel di Nocco e Castel
Tonini, che rappresentano tutt'oggi dei piccoli Borghi abitati.
Buti fu uno
dei Paesi che partecipò alle accanite lotte fra i Territori
di Lucca, Pisa e Firenze, così che venne distrutto e
ricostruito più di una volta. La particolare posizione geografica del Comune,
il fatto cioè che sia quasi completamente circondato dai Monti Pisani, ha
influenzato notevolmente l'economia Butese. Un tempo Borgo a carattere
essenzialmente agricolo, basava la propria attività sulla produzione olearia,
sulla raccolta di castagne e la lavorazione del legno; l'olivo e il castagno
erano infatti le maggiori risorse della zona. Dal Secolo XIX fu incrementata
la produzione artigianale di ceste, gabbie e corbelli, mentre nel Novecento si
sviluppò l'attività legata all'industria mobiliera.
Il Territorio
del Comune di Buti offre una grande varietà di preparazioni gastronomiche tipiche
come la Minestra di Cavolo, i Maccheroni al Coniglio, la Trippa alla Butese, il
Baccalà Dolce e Forte, i Fagioli alla Butese, la Torta di Riso, il Migliaccio
(variante Butese del Castagnaccio) e la Bigia (una particolare polenta di
farina di castagne). La Tradizione offre a Buti anche molte occasioni di
degustazioni e divertimento come il Palio delle Contrade di Buti, la Sagra del
Maccherone, la Sagra della Castagna (Mostra e Mercato), la Sagra del Ranocchio,
la Sagra del Frate e il Carnevale.
L'artigianato
rimane ancora oggi la risorsa fondamentale che caratterizza l'Area di Buti, in
particolare con l'adesione alla “Strada dell'Olio Monti Pisani” che valorizza il forte
contributo Butese alla produzione olearia della zona, anche attraverso la messa
a disposizione di due moderni frantoi che vengono utilizzati da diversi Comuni
della Provincia. L'Olio Extravergine di Buti può fregiarsi della Denominazione
“Toscano - Indicazione Geografica Protetta” (IGP) e appartiene alla categoria
degli “oli soavi” adatti per il condimento a crudo. Un Olio IGP che deriva
dalle Cultivar Frantoio, Leccino e Moraiolo, che sono le specifiche e prevalenti
varietà di olivo qui coltivate, e di cui viene fatta una raccolta manuale.
Nel Borgo di
Buti, che conserva moltissime tracce evidenti della sua lunga Storia, sono
tuttora presenti gli antichi Frantoi e i Mulini ad acqua che caratterizzavano
il piccolo abitato. Essi vennero costruiti in “pietra verrucana” (un insieme
di rocce metamorfiche di origine sedimentaria che si trovano sui
Monti Pisani) e in alcuni si vedono ancora le antiche ruote che azionavano le
mole, i canali che convogliavano l'acqua del torrente e anche le arcate di
accesso ai cortili.
Proprio in
una di queste antiche strutture, un Frantoio risalente al 1800 e rimasto in
attività fino a metà del 1900, recuperato dopo importanti lavori di
ristrutturazione e adeguamento, grazie al progetto dell’Architetto Pontederese
Luca Doveri, nel 2012 è stato aperto in Via Rio dei Ceci 2 il Ristorante “I
Maggi”.
Il
Ristorante è strategicamente ubicato adiacente a un Comodo Parcheggio e vicino
a una romantica cascatella del “Rio dei Ceci”, dalla sua grande Terrazza si
gode una magnifica vista sulla bellissima “Villa Medicea” (Secolo XV) e sulla
possanza di “Castel Tonini” (XII Secolo).
I
Proprietari di allora vollero battezzare il Locale con il nome “I Maggi” in
onore a un’antica tradizione Popolare che risale al 1300: nei Mesi di Maggio si
suole rappresentare, con costumi medioevali, delle recite cantate dove i
“Cantori” (cantanti-attori) o “Maggianti” narrano storie di straordinaria
intensità poetica attraverso il “Canto in Ottava Rima” (una strofa di
otto endecasillabi rimati, di cui i primi sei a rima alternata e gli
ultimi due a rima baciata).
Dal 13 Luglio
2019 il Ristorante “I Maggi” di Buti (PI) è stato rilevato da due giovani e
intraprendenti Soci: Elena Calattini e Gianluca Mazzanti.
Elena Calattini
è nata a Empoli (FI) il 20 Agosto del 1993, dopo le Scuole dell’Obbligo si è
Diplomata nel 2012 con indirizzo Alberghiero all’Istituto Statale di Istruzione
Secondaria Superiore “Federigo Enriques” di Castelfiorentino (FI) e
successivamente nel 2017 si è Laureata, all’Università per Stranieri a Siena,
in Scienze della Mediazione Linguistica. L’esperienza lavorativa più importante
di Elena, durata un paio di anni, è stata nello splendido contesto del
“Castello di Montegufoni” a Montegufoni una Frazione del Comune di
Montespertoli a circa 20 km. da Firenze. Qui Elena ha conosciuto Gianluca
Mazzanti che ricopriva il ruolo di Chef e ne è diventata amica.
Gianluca
Mazzanti è nato a Pisa il 28 Febbraio 1986, benché avesse il Nonno Materno che
era Titolare di una conosciuta Trattoria di Milano non aveva espresso
inizialmente la volontà di entrare nella Ristorazione e dopo le Scuole
dell’Obbligo si era Diplomato all’Istituto di “Agraria, Agroalimentare e
Agroindustria” (ex Istituto Tecnico Agrario). La prima esperienza lavorativa di
Gianluca fu in una Conceria di Staffoli (PI) ma quel tipo di lavoro non gli
piaceva e lo lasciò, dopo varie
esperienze nel 2008 iniziò a sentire il desiderio di entrare a lavorare in
Cucina e per tale motivo chiese a un grande Maestro come lo Chef Luca Cristiani alla "Osteria da Beppe nel Corso" di aiutarlo. Luca Cristiani, che purtroppo
ci ha lasciato a soli 63 anni nel 2016, ha segnato la storia della Ristorazione
nel comprensorio del Cuoio Pisano, prima con il mitico Ristorante "Beppe -
Il pollo in bicicletta", aperto nel 1958 dal Padre Giuseppe e, negli
ultimi anni, con la celebre "Osteria da Beppe nel Corso", proprio in
Corso Mazzini a Santa Croce (PI), intitolata alla memoria del Padre.
Luca
Cristiani fece fare a Gianluca una “vera e severa gavetta”: prima guardare e
imparare poi iniziare a fare i lavori più umili della Cucina e poi passare
piano piano ai fornelli: una grande Scuola che ha segnato profondamente la vita
e la storia professionale di Gianluca.
Successivamente
Gianluca Mazzanti ha fatto diverse esperienze in importanti Ristoranti in
Italia all’Isola d’Elba, in Australia nella Città di Adelaide, in Austria a
Vienna, in Belgio a Bruxelles e a Malta. Nel 2016 Gianluca è entrato al già
citato “Castello di Montegufoni” a Montegufoni con il ruolo di Chef è qui ha
conosciuto e lavorato, appezzandola, con Elena Calattini.
Elena
Calattini e Gianluca Mazzanti hanno poi deciso, nel 2019, di mettersi in
Società e rilevare la gestione del Ristorante “I Maggi” di Buti (PI).
Il
Ristorante “I Maggi” è un Locale molto fascinoso e accogliente a iniziare dalle
panoramiche Terrazze alla grande Sala con le volte a crociera, dal suggestivo
Soppalco con le balaustre in vetro ai molti richiami Storici come l’antico
pavimento ricoperto da lastre trasparenti di vetro, dall’antica pala ad acqua alla
pietra del frantoio: molto accogliente anche il Cortile interno racchiuso da
alte mura in pietra. Sia l’arredamento sia la “mise en place” sono molto
curati.
La Carta dei
Vini è stata accuratamente selezionata da Elena Calattini in persona visto che
sta frequentando il “Terzo Corso A.I.S.” e presto diventerà Sommelier. La Carta
si apre con la seguente dicitura: “ L’impegno nella creazione della nostra
Carta dei Vini si è concentrato nel valorizzare realtà poco conosciute del
mondo vitivinicolo, racconta legami tra uomo e natura, tra vignaioli e terroirs
che si riscoprono in vini di straordinarie qualità. Sono vini prettamente
naturali, derivanti da coltivazioni biologiche o biodinamiche caratterizzati da
clima e biodiversità dei luoghi”. Una Carta che comprende circa una cinquantina
di Etichette tra Bollicine (Spumanti e Champagne), Vini Bianchi, Rosé e Rossi.
Non mancano poi le Birre Artigianali e Amari/Distillati.
Il Menù
offre un’interessante scelta alla Carta tra preparazioni di Terra e di Mare: il
Menù Degustazione consigliato di 5 portate ha un rapporto qualità/prezzo molto
interessante.
Eccoci
giunti alle degustazione da me fatta durante la recente visita.
Le portate
sono state accompagnate da una grande Bollicina: - “Champagne Tradition Brut
Charpentier”, Champagne A.O.C., un Blend di diversi cru con grande prevalenza
di Pinot Meunier, 12% Vol., dopo una prima fermentazione in acciaio, con
svolgimento di malolattica, viene assemblato con vini di due annate e la rifermentazione
in bottiglia avviene secondo il Metodo Champenoise, resta sui lieviti tra i 18
e i 24 mesi, viene prodotto da “J. Charpentier” una Maison Recoltant Manipulant da 5 generazioni.
Con in
tavola l’ottimo e fragrante Pane della Casa ai vari sapori (al Nero di Seppia,
al Pomodoro, Integrale e Bruschette olio/origano) sono state servite le
seguenti portate:
- Pan
Brioche, lamponi, fegatini di coniglio e cipolline caramellate al Vinsanto;
- Salmone
insaccato, panure al nero di seppia, vellutata di mare al prezzemolo, salsa
aioli e dadini croccanti;
- Tagliolini
con bottarga di prosciutto di piccione, scampi e lardo;
- Porchetta
di branzino, asparagi, crema di scampi e miso, wakame e soia;
-
Tartelletta con crema, pompelmo, panna fresca e semi di zucca.
Tutto molto
buono e ben presentato.
La Cucina
dello Chef Gianluca Mazzanti è fatta con materie prime selezionate di ottima
qualità, con intelligenza e cultura gastronomica, i sapori tradizionali del
Territorio vengono sapientemente bilanciati con inserimenti “fusion” molto
gradevoli: “Citazioni Toscane in Salsa Gourmet”.
Tra i
prodotti selezionati molta curiosità ha destato in me la particolarissima “Bottarga di Prosciutto di Piccione” dell’Azienda “Le Follie di Carlo
Giusti” di Lajatico (PI).
Il Servizio
di Sala è stato svolto con moltissima gentilezza e professionalità da Elena
Calattini.
Al
Ristorante “I Maggi” di Buti (PI) troverete un Locale di grande fascino con una
premurosa accoglienza e un’ottima cucina.
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