domenica 9 giugno 2024

“TERROIR SULCIS” UN LIBRO IMPONENTE E SEMPLICEMENTE STUPENDO: MERAVIGLIOSE STORIE DI TERRITORI, DI GENTI E DI VINI.



La Sardegna è per estensione la seconda Isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia); è lunga 270 km. e larga 145 km., con 1.897 km. di Coste bellissime: la sua superficie raggiunge i 24.100 Chilometri Quadrati. Il Promontorio di Capo Ferro, sulla Costa Nord-est dell’Isola, nel Comune di Arzachena (SS), dista dal Toscano Monte Argentario 188 km. di Mar Tirreno, mentre 10 km. meno (178) la separano dalle Coste Tunisine e dal Continente Africano, solo 11 km. è la distanza dalla Corsica Francese.

Il Territorio dell’Isola è prevalentemente composto da Colline e Altopiani Rocciosi, seguono le Zone pianeggianti e poi le Montagne. I Fiumi più importanti, per esigenze non solo idriche, sono sbarrati da imponenti Dighe che formano grandi Laghi Artificiali. Il “patrimonio boschivo” della Sardegna è il più importante d’Italia, più di un milione e 213.000 Ettari, come anche il suo sottosuolo per quanto riguarda i Minerali. Il Clima è Mediterraneo e tale fatto, attraverso i Secoli, ha permesso lo sviluppo di molte attività dell’uomo. Si è sviluppata l’Agricoltura, specialmente quella cerealicola, la Pesca e l’Allevamento in particolare Ovino.

La Sardegna per la sua particolare conformazione è diventata nel tempo un Territorio di Pastori. Qui oggi troviamo un terzo dell’intero patrimonio Ovino e Caprino Nazionale, una produzione di latte ovino che raggiunge il 50% in Italia e, di conseguenza, si producono una grande varietà di ottimi formaggi. La Sardegna ha anche il primato di prima Regione Italiana per il numero di puledri grazie alla secolare Tradizione dell’allevamento semibrado di Cavalli (principalmente di Razza Anglo-araba).

Il Mare che bagna le coste della Sardegna è veramente “miracoloso”: una trasparenza fantastica che permette di vedere la ricchezza del mondo sommerso (flora e fauna acquatica) anche a importanti profondità, una limpidezza che lo rende un immenso specchio che riflette il cielo, tra l’infinità dei colori dei suoi fondali spiccano le verdi praterie di Posidonia Oceanica e il Rosso vivo dei Coralli. Il Mare poi bagna delle vere e proprie opere d’arte create nei Secoli dalla Natura sia sulle rocce sia sulla morbidissima sabbia (bianca o rosa).

La Pesca in Sardegna ha sempre avuto, grazie al fantastico e pescoso Mare che la circonda, una sicura e forte Trazione ma, in alcuni periodi storici, è stata frenata dal pericolo dei Pirati Saraceni: una minaccia che incombeva non solo sui natanti ma anche sui centri abitati costieri. Per tale motivo si era sviluppata quel tipo di pesca che si faceva negli stagni dell’Isola (circa 12.000 Ettari tra acque dolci e salmastre) o nelle peschiere con la cattura di grandi quantità di anguille e muggini (o cefali). Il lavoro dei Pescatori dell’Isola ha assunto maggiore importanza a partire dal 1600 in poi, raggiungendo il pieno sviluppo dal 1800 con l’uso del particolare sistema di pesca delle “Tonnare”.

Molte sono le attività Tradizionali dei Pescatori Sardi rimaste immutate attraverso i Secoli così come certe tecniche vedi la tipica raccolta in Mare del Corallo e certe lavorazioni come quella della “Bottarga”. L’Agricoltura si è specializzata in produzioni vinicole, olivicole, di arance, di barbabietole, di carciofi. Particolarissimo il “Carciofo Spinoso Sardo” tanto da essersi meritato il Marchio D.O.P. e la cui produzione è documentata già dal 1780.

La coltivazione della Vite in Sardegna è molto antica e risale al IX Secolo a.C. quando i pacifici mercanti Fenici iniziarono ad arrivare sulle coste dell’Isola e riuscirono facilmente a integrarsi con la locale “Civiltà Nuragica” (gli Antichi Sardi, XXIII Secolo a.C. - II Secolo d.C.). I Fenici introdussero molte nuove conoscenze e tecnologie nella vita dell’Isola tra cui una forma di aggregazione urbana fino allora sconosciuta: la Città. Anche i Cartaginesi, i Greci e i Romani hanno successivamente sviluppato, tra moltissimo altro, la Viticoltura Isolana.    

Ma è a partire dal XIV Secolo in poi, con l’arrivo in Sardegna di Vitigni come la “Vernaccia”, il “Vermentino”, il “Cannonau” (introdotto, dopo il 1479 con l’arrivo della dominazione Spagnola, e che in Spagna prende il nome di “Alicante”) e altri, che l’Isola ha iniziato ad avere un’importanza specifica nella produzione vitivinicola, confermata e ampliata grazie ai successivi e favorevoli sviluppi storici come il passaggio della Sardegna (Trattato dell’Aia del 1720) sotto Vittorio Amedeo II di Savoia Principe di Piemonte.

Negli ultimi decenni i Viticoltori Sardi hanno approntato nelle loro Aziende, con grande intelligenza e passione, tutte le nuove tecnologie enologiche, consentendo il forte rinnovamento del Settore Vitivinicolo della Sardegna (oltre 27.200 Ettari di Vigne) rendendolo dinamico e innovativo. Ciò ha migliorato moltissimo la qualità della produzione con Vini Rossi eleganti e strutturati e Vini Bianchi freschi e sapidi: il Vino Sardo si è diffuso rapidamente anche sui Mercati Internazionali. Oggi in Sardegna sono presenti 33 Denominazioni Vinicole: Una DOCG, Diciassette DOC e Quindici IGT.

Per quello che oggi vi voglio raccontare iniziamo proprio da un’importante Azienda Vitivinicola la “Cantina Santadi” ubicata in un Territorio della Sardegna particolare ed estremamente interessante il “Sulcis”.  

Il “Sulcis” è un Territorio che si estende nella porzione sud-occidentale dell’Isola ed è parte integrante della Regione storico-geografica del Sulcis-Iglesiente. Il Coronimo (toponimo riferito ad una Regione o ad un'Area geografica) deriva dall'antica Città di Sulki (o Sulci, la Capitale dei Solcitani, un’antica Tribù) che sorgeva nel luogo dell'odierna Sant'Antioco, sul versante nord dell'omonima Isola, è stata un antichissimo insediamento Nuragico, una Città Fenicia e poi Punica e Romana. Il Sulcis propriamente detto corrisponde al versante sudoccidentale dei Monti del Sulcis e alla Pianura sottostante fino alla costa sud-occidentale che si affaccia sul Canale di Sardegna, da Capo Altano (o Capo Giordano) fino al Golfo di Palmas e da qui continua verso il Capo Teulada. Fa parte del “Territorio Sulcitano” anche l'Arcipelago del Sulcis con le Isole di San Pietro e di Sant'Antioco, quest'ultima è unita alla terraferma, fin dall'antichità, per mezzo di un istmo artificiale.

Dal punto di vista geografico, geomorfologico e naturale, il Sulcis ha una forte caratterizzazione (stagni costieri, macchia mediterranea, boschi, foreste, sugherete, pascoli, terreni seminativi) in quanto è quasi completamente delimitato dal mare e dall'omonimo massiccio montuoso che lo isolano dal resto della Regione. L'unica via naturale di collegamento è dislocata nella parte orientale del confine settentrionale. Nel complesso, l'ambiente naturale si differenzia in due biotopi fondamentali: uno di Pianura e di bassa Collina e uno più impervio, tipicamente Montano. Il primo ha offerto, storicamente, le condizioni per lo sviluppo di una società rurale stanziale, basata sull'agricoltura e sull'allevamento degli ovini, il secondo, per le condizioni più difficili, ha consentito lo sviluppo di una società rurale non stanziale, basata soprattutto sull'allevamento dei caprini e dei bovini rustici e, marginalmente, sullo sfruttamento delle risorse forestali (legno, sughero, carbone vegetale).

Ai nostri tempi il “Sulcis” viene suddiviso geograficamente in due Zone: la parte settentrionale, più popolata e meno vasta denominata “Alto Sulcis” (costituito dall'omonimo bacino carbonifero e dall'arcipelago) ha come centro territoriale la Città di Carbonia e comprende otto Comuni (Calasetta, Carbonia, Carloforte, Narcao, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu e Sant'Antioco) e la parte meridionale, meno abitata con un territorio un po' più grande definita “Basso Sulcis” con dieci Comuni (Domus de Maria, Giba, Masainas, Nuxis, Piscinas, Santadi, Sant'Anna Arresi, Tratalias, Villaperuccio e Teulada). Dal punto di vista economico l'Alto Sulcis ebbe nel recente passato un'economia prevalentemente mineraria, oggi ha un'economia basata su attività dei servizi e del terziario con diverse piccole imprese turistiche, agro-pastorali e della pesca. Nel Basso Sulcis l'economia si basa invece prevalentemente sulle attività di tipo agro-pastorale, sebbene siano diffusi anche la pesca e il turismo.

Proprio nel “Basso Sulcis” è ubicata la Cantina Santadi, a pochi chilometri in linea d’aria dalle meravigliose spiagge e dune bianche di Porto Pino, nel piccolo Comune agropastorale di Santadi, da cui prende il nome, rinomato per la sua ricca enogastronomia, per le bellezze naturalistiche e per le numerose testimonianze del passato. La Cantina è una delle realtà produttive più celebri e importanti della Sardegna, artefice di una grande opera di valorizzazione enologica del Territorio del Sulcis. Una Cantina Sociale, tra le più vitali e importanti d’Italia, nata il 24 Ottobre 1960 per volontà di 27 Produttori guidati dal patriarca Peppino Sais e il coordinamento dell’Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna.

Oggi la “Cantina Santadi” è una magnifica realtà con 20.000 mq. di aree edificate, una Cantina di 2.500 mq. dotata di una moderna ed elegantissima Barricaia, 45 fedelissimi dipendenti e 220 Soci conferitori. Dai complessivi 650 Ettari vitati, di cui una ventina sono di stretta proprietà, vengono realizzate circa due milioni di bottiglie di vino per un fatturato di 12 milioni di euro.

Grande importanza per lo sviluppo della Cantina Santadi è stata, a partire dalla metà degli anni ‘80, l’appassionato e straordinario supporto del mitico Enologo Giacomo Tachis che ha aiutato a far conoscere in tutto il Mondo le eccellenze territoriali a base di “Carignano”, il vitigno a bacca rossa di origine Spagnola più tipico del Sulcis. Giacomo Tachis (1933 - 2016) è stato il più straordinario e rivoluzionario Enologo del Ventesimo Secolo e la Cantina Santadi ha voluto rinominare, con il supporto del Comune, la strada dove si trova la cantina proprio con il nome di “Giacomo Tachis”.

Cantina Santadi seguendo la sua meritevole filosofia di valorizzazione del Territorio ha recentissimamente realizzato e pubblicato (fine Marzo 2024) un meraviglioso Libro dal titolo: Terroir Sulcis.

Il Libro è stato fortemente voluto dal bravissimo e appassionato Presidente Antonello Pilloni (Socio dal 1974 e Presidente dal 1976) e dal Consiglio di Amministrazione della Cantina di Santadi. Il Libro ha avuto il supporto dei finanziamenti concessi dal "Bando Territoriale di Sostegno alle Imprese del Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari" (Fondi del Piano Sulcis, gestito e coordinato dal Centro Regionale di Programmazione e dal Gruppo Azione Locale Sulcis).

Terroir Sulcisè un Libro semplicemente bellissimo, un Tomo imponente del peso di 4,2 kg. (672 pagine di carta lucida) nel grande formato 32,5 x 24,5 cm. con copertina rigida che raffigura un vigneto davanti al mare in LocalitàSu Port’e su Trigu nel magico momento del tramonto, col sole che va a dormire dietro a Sant’Antioco.

Terroir Sulcisun Libro assolutamente speciale che parla di Vino, ma non solo, infatti il focus è su tutto il Territorio raccontato in tutte le sue sfaccettature. I Capitoli affrontano la vita rurale del Sulcis con un approfondimento sui “Furriadroxius” (in origine, erano poco più che capanne, ma nel tempo si sono trasformati in vere e proprie abitazioni, in grado di permettere l'insediamento stabile della famiglia contadina) e i “Meraus” (casupole), per passare alla storia e produzione dell’antico “Tessuto Orbace” e al vecchio abbigliamento rurale d’una volta. La Pubblicazione prosegue poi con una disamina degli attuali “Costumi Tradizionali” e dei “Gioielli Tipici”, nel segno della filigrana. Si parlare poi del magico “Sughero”, la cui qualità è fondamentale per la longevità dei grandi Vini da invecchiamento, dell’antica arte della “Coltelleria Sarda”, del “S’Alimentu Primu” (la grande tradizione del pane artigianale), dei “Formaggi”, del “Miele Sardo”, dell’“Olio Extravergine d’Oliva”, del “Carciofo Spinoso”, del “Tonno Rosso di Corsa Carloforte”. 

Non manca lo spazio dedicato alla fondamentale “Civiltà del Carbone” e alla vita nelle Miniere di Carbonia (una Cittadina appositamente fondata negli Anni Trenta del Novecento per ospitare le maestranze impiegate nelle miniere di carbone) e alla descrizione dei 10 Comuni che ospitano le Vigne dei Soci conferitori della Cantina Santadi. Ma nel LibroTerroir Sulcis” c’è tantissimo altro come la Storia del Comune di Santadi compreso Tradizioni e Folclore, l’infinità dei ritrovamenti archeologici, il Capitolo sul “Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu” che ospita specie animali rarissime, come l’autoctono cervo sardo, l’aquila, il gatto selvatico e il geotritone, il Capitolo che si occupa delle “Grotte di Is Zuddas” sul Monte Meana con il loro incredibile scenario creato dalla millenaria azione dell’acqua, quello sull’Antica Viticoltura e l’ampia sezione rivolta alla “Cantina Santadi” (Storia, Filosofia, Terreni, Vigneti, Cantina, Vini, Enoteca Aziendale, Ospitalità, Persone).

Infine decine di Pagine sono dedicate a “17 Ricette Tipiche del Territorio Abbinate a 17 Vini della Cantina Santadi”. Le Ricette sono state realizzate da Ristoranti, Locande, Strutture Agrituristiche e Massaie della zona.

Il LibroTerroir Sulcisè completamente illustrato da incantevoli e suggestive fotografie (grandi e anche giganti) realizzate da un fantastico ed esperto Fotografo Professionista come Bruno Bruchi.

Il LibroTerroir Sulcisè stato curato da Andrea Cappelli uno dei Giornalisti Italiani più esperti di Editoria Enogastronomica.

Posso solo aggiungere che Terroir Sulcisè un Libro imponente e semplicemente stupendo ricchissimo di meravigliose storie di incredibili Territori, di appassionate Genti e di ottimi Vini.

https://www.cantinadisantadi.it/responsive/

https://www.youtube.com/watch?v=8h46joFBpgE


Il Bellissimo Libro "Terroir Sulcis" 

"Cantina Santadi" una Vista Esterna (Foto CS)

Il Fascino delle Barrique (Foto CS)

Vigne a Santadi (Foto Bruno Bruchi)

"Uva di Carignano" (Foto Bruno Bruchi)

Libro "Terroir Sulcis": Non Solo Vino (Foto CS)

Porto Pino e le Vigne al Tramonto (Foto Bruno Bruchi)

"Cantina Santadi": Vini Fatti con Arte (Foto CS)

Il Libro "Terroir Sulcis" e Giorgio Dracopulos

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