La Sardegna
è per estensione la seconda Isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia), è lunga
270 km. e larga 145 km., con 1.897 km. di Coste meravigliose; la sua superficie
raggiunge i 24.100 Chilometri Quadrati. Il suo Territorio, per l’80%, si distingue tra
Montuoso e Collinare (Altopiani Rocciosi). Il Promontorio di Capo Ferro, sulla
Costa Nord-est dell’Isola, nel Comune di Arzachena (SS), dista dal Toscano
Monte Argentario 188 km. di Mar Tirreno, mentre 10 km. meno (178) la separano
dalle Coste Tunisine e dal Continente Africano, e solo 11 km. dalle Coste della
Corsica Francese.
Il
“patrimonio boschivo” della Sardegna, con più di un milione e 213.000 Ettari, è
il più importante d’Italia. Il Clima è Mediterraneo, lunghi periodi di siccità
Estiva e Inverni piovosi con temperature miti. Tale fatto, attraverso i Secoli,
ha permesso lo sviluppo di molte attività dell’uomo in particolare pesca,
pastorizia e agricoltura.
L’Agricoltura
si è specializzata in produzioni vinicole, olivicole, di arance, di
barbabietole, di carciofi. Particolarissimo il “Carciofo Spinoso Sardo” tanto da
essersi meritato il Marchio D.O.P. e la cui produzione è documentata già dal 1780.
La
coltivazione della Vite in Sardegna è molto antica e risale al IX Secolo a.C.
quando i pacifici mercanti Fenici iniziarono ad arrivare sulle coste dell’Isola
e riuscirono facilmente a integrarsi con la locale “Civiltà Nuragica” (gli
Antichi Sardi, XXIII Secolo a.C. - II Secolo d.C.). I Fenici introdussero molte
nuove conoscenze e tecnologie nella vita dell’Isola tra cui una forma di
aggregazione urbana fino allora sconosciuta: la Città. Anche i Cartaginesi, i
Greci e Romani hanno successivamente sviluppato, tra moltissimo altro, la
Viticoltura Isolana.
Ma è a
partire dal XIV Secolo in poi, con l’arrivo in Sardegna di Vitigni come la
“Vernaccia”, il “Vermentino”, il “Cannonau” (introdotto, dopo il 1479 con
l’arrivo della dominazione Spagnola, e che in Spagna prende il nome di “Garnacha”)
e altri, che l’Isola ha iniziato ad avere un’importanza specifica nella
produzione vitivinicola, confermata e ampliata grazie ai successivi e
favorevoli sviluppi storici come il passaggio della Sardegna (Trattato dell’Aia
del 1720) sotto Vittorio Amedeo II di Savoia Principe di Piemonte.
Negli ultimi
decenni i Viticoltori Sardi hanno approntato nelle loro Aziende, con grande
intelligenza e passione, tutte le nuove tecnologie enologiche, consentendo il forte
rinnovamento del Settore Vitivinicolo della Sardegna (oltre 27.200 Ettari di
Vigne) rendendolo dinamico e innovativo. Tale fatto ha migliorato moltissimo la
qualità della produzione con Vini Rossi eleganti e strutturati e Vini Bianchi
freschi e sapidi: il Vino Sardo si è diffuso rapidamente anche sui Mercati
Internazionali. Oggi in Sardegna sono presenti 33 Denominazioni Vinicole: Una
DOCG, Diciassette DOC e Quindici IGT.
Dal 16
Aprile 2021 le Province della Sardegna sono 6 e tutte vantano Denominazioni di
Origine dedicate al Vino ma per quello che voglio raccontare ci interessa la
Provincia di Nuoro (ubicata centralmente a est dell’Isola e affacciata sul Mar
Tirreno) e il suo fascinoso Territorio che racchiude quasi interamente la
Regione Storica denominata “Barbagia”.
La “Barbagia” è
una vasta Zona Montuosa che si estende sui fianchi dell’esteso “Massiccio
del Gennargentu”. Il Massiccio comprendente le cime più elevate dell'Isola e
per sue particolarità ambientali e la presenza di specie endemiche,
sia animali sia vegetali, è stato inserito tra le Zone di Protezione
Speciale (ZPS) al fine di finalizzare il mantenimento e la sistemazione di
idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni
di uccelli selvatici migratori. La “Barbagia” copre un'area di circa
1.300 km² con una popolazione di circa 120.000 abitanti. Il centro più
popoloso è proprio Nuoro. Il paesaggio della “Barbagia” è molto vario: zone
ricche di rocce di granito, i contrafforti del Gennargentu Ogliastrino, la
Valle del Rio Perdu, le Vallate del Fiume Cedrino i pascoli, i
boschi, i terreni che arrivano fino al mare.
La “Barbagia”
si divide in alcune Sottozone quella che ci interessa per il nostro racconto è
la “Barbagia di Ollolai” (o Barbagia Superiore), ubicata a Nord del
Gennargentu, che comprende i Comuni di Olzai, Sarule, Ollolai, Gavoi, Lodine,
Fonni, Ovodda, Tiana, Teti, Austis e Mamoiada.
Mamoiada è
un piccolo Comune (circa 2.350 abitanti), rientrante nella Provincia
di Nuoro e ne dista dal Capoluogo una quindicina di chilometri, ubicato a 644
metri sul livello del mare che fa parte della IX Comunità Montana Nuorese.
Mamoiada si trova nella parte più interna
della “Barbagia di Ollolai”, in un territorio in cui sgorgano e
scorrono numerosi corsi d'acqua, attraverso terreni in buona parte adibiti alla
coltura o al pascolo. La presenza di queste fondamentali risorse
ambientali ha attratto qui insediamenti umani fin dal Neolitico e
Pre-neolitico, come testimoniano le numerose tracce archeologiche e
antropologiche tra cui spicca “Sa Perda Pintà” ("La Pietra Dipinta",
nota anche come “Stele di Boeli”) rinvenuta in modo accidentale nel 1997,
una lastra alta 267 cm. istoriata con cerchi concentrici e
coppelle (incavi emisferici), in tutto simile ad analoghe lastre diffuse in
altre Zone d’Europa, ma non così grandi.
Attraverso i
Secoli della sua lunga storia Mamoiada si è arricchita di numerose Chiese, del
“Santuario dei Santi Cosma e Damiano” (circondato da una cinquantina di casette
per i pellegrini dette “umbissìas”) ubicato a 5 Km. dal Centro abitato in
Località Santu Cosomo nell'Altopiano di Marghine, e anche di tradizioni molto
particolari come il fascinoso “Carnevale Storico di Mamoiada” (Harrasehare
Mamujadinu).
Il “Carnevale
di Mamoiada” è uno degli Eventi più celebri del folclore Sardo anche
grazie alle sue tipiche e suggestive maschere le cui origini antichissime si
perdono nella notte dei tempi: Mamuthones e Issohadores.
I “Mamuthones”
sono uomini col viso ricoperto da una maschera nera lignea dai rozzi
lineamenti, vestiti con pellicce scure e provvisti di campanacci appesi sulla
schiena. Curvi sotto il peso dei campanacci si muovono lentamente in modo
cadenzato su due file parallele, dando un colpo di spalla per scrollare tutta
la sonagliera che produce un suono particolarissimo e squillante. Si narra che
il rumore dei sonagli servirebbe ad allontanare il male e favorire annate
agrarie abbondanti. Gli “Issohadores" sono uomini, vestiti in
corpetto rosso, maschera bianca, con la berretta (sa berritta), i pantaloni
bianchi (cartzas o cartzones) e un piccolo scialle (s'issalletu), che
scortano i Mamuthones con passi e balzi più agili e allo stesso tempo
lanciano dei lacci che “catturano le giovani donne” in segno di buon auspicio
per buona salute e fertilità.
Come in
altri Comuni della Barbagia, l'economia di Mamoiada è caratterizzata
dalla pastorizia e dalla viticoltura. A partire dagli ultimi
anni del XX Secolo sono cresciute anche le attività legate
al turismo, soprattutto in connessione con il patrimonio culturale e i
numerosi Eventi della tradizione Locale.
Mamoiada,
grazie alle specificità dei suoi terreni, ha una importante produzione
Vitivinicola con circa 350 ettari di superficie vitata e oltre 200 Cantine (in
costante crescita) a gestione familiare. Tale forza ha portato nel 2015 alla
nascita di “Mamojà” l’Associazione di Produttori e Viticoltori del luogo che
s’impegna fattivamente nella promozione del Territorio anche attraverso
l’organizzazione di specifici Eventi e Manifestazioni.
Proprio in
questo contesto dello splendido Territorio di Mamoiada c’è un’Azienda
Vitivinicola molto interessante che desidero raccontarvi: “Cantina Mussennore”.
La “Cantina
Mussennore” ha le sue origini nel 1976 quando Gesuino Canneddu impiantò in un suo terreno sabbioso, a circa 620 metri sopra il livello del mare, esposto a est e
a meno di 2 km dal Paese, una Vigna denominata “Palagorrai” con sole Viti di
Cannonau. Il Terreno di circa un ettaro e mezzo per 10.270 mq. fu occupato dal
vigneto, mentre il resto della superficie fu riservato alla costruzione di una
casa colonica (oggi ristrutturata e usata nell’accoglienza di ospiti e per le
degustazioni) e aree annesse. Il Viticoltore non era il mestiere di Gesuino ma
era una grande passione che ha amato e coltivato per buona parte della sua
vita.
In anni più
recenti alcune delle cantine di Mamoiada, Mussennore compresa, hanno iniziato a
riportare nelle bottiglie prodotte il termine “ghirada” che si avvicina molto a
quello di “cru” ovvero una zona delimitata che produce esclusivamente un
determinato tipo di vino e “Palagorrai” e diventata “Ghirada Palagorrai”.
Nel 1996
diventò Titolare della Vigna di “Palagorrai” la Figlia di Gesuino, Maria
Antonietta Canneddu che iniziò a prendersene cura, insieme al Marito Pietro
Fadda. Un lavoro molto impegnativo e faticoso visto che Maria Antonietta e
Pietro avevano anche tre Figli Piccoli: Antonio (classe 1986), Francesco
(classe 1988) e Roberta (classe 1993). Ma Maria Antonietta è una donna dalla
forte volontà, realistica e razionale che a ogni problema trova una soluzione e
che si adatta ad affrontare qualsiasi tipo di situazione senza paura. Pietro
dal canto suo è sempre stato molto pratico, dinamico e capace oltre come
enologo anche nel trasmettere sicurezza: aspetti decisamente fondamentali. Una
coppia solida che acquisita l’esperienza necessaria nel 2016 fondò
ufficialmente l’Azienda “Cantina Mussennore” (Mussennore era il soprannome di
Gesuino Canneddu).
Inizialmente
la produzione della “Cantina Mussennore” iniziò con la vendita di “vino sfuso”
preparandosi in tal modo a diventare successivamente un’Azienda Vitivinicola
più strutturata e al passo con i tempi: fondamentale è stato anche il deciso e
intelligente supporto dei tre Figli. È nel 2021 che i progetti della
“Cantina Mussennore” si realizzarono e presero forma con la presentazione al
pubblico delle prime Etichette e con la partecipazione a importanti Eventi del
settore.
A oggi
“Cantina Mussennore” ha raddoppiato i suoi Vigneti, a “Ghirada Palagorrai” si è
aggiunto un altro ettaro e mezzo con la Vigna “Ghirada Conzimu”. Una produzione
di Uve selezionatissime non solo di “Cannonau” ma anche di “Granatza”.
Il rarissimo
Vitigno Autoctono a Bacca Bianca di “Granatza” (o Granazza) viene coltivato, in
particolare nel Territorio di Mamoiada, solo in pochissimi ettari, i Vini che
si ottengono con queste uve caratteristiche sono generalmente molto
interessanti.
La “Cantina
Mussennore” ha una produzione assolutamente curata e selezionata di sole 4
Etichette (in totale circa 4.400 bottiglie):
- “Mussennore
Ghirada Palagorrai” - Vino Rosso (non filtrato), Cannonau di Sardegna
D.O.C., 100% Cannonau, 15,5% Vol., le uve vengono raccolte a mano, segue una
pigiatura delicata e la macerazione sulle bucce per circa 20 giorni,
matura 10/12 mesi in tonneaux rovere, fermenta spontaneamente grazie ai
soli lieviti indigeni dell’uva da cui è ricavato; dopo l’imbottigliamento
trascorre un periodo di almeno quattro mesi di affinamento in bottiglia prima
della commercializzazione. Soltanto 2.000 bottiglie per un Vino dal bel colore
granato scuro, cupo e profondo, è decisamente corposo e audace, con
piacevolissimi sentori tipici di frutti rossi maturi e note di tostato, estremamente
gradevole, equilibrato e dal finale intenso e persistente;
- “Mussennore
Rosé” - Vino Rosato (non filtrato), Barbagia I.G.T., 100% Cannonau
vinificato in bianco, 13,5% Vol., le uve vengono attentamente selezionate e
raccolte a mano, segue una pigiatura soffice e le sue bucce macerano brevemente
per circa due ore, segue una torchiatura molto delicata e il travaso in
contenitori d’acciaio dove prosegue la maturazione per circa 8/10 mesi, una
volta imbottigliato, continua l’affinamento in bottiglia per almeno due
mesi. “Purtroppo” solo 1.000 Bottiglie per un Vino dal bellissimo colore
rosa cerasuolo, con piacevoli sentori fruttati e note floreali, il sapore è
fresco e sapido, estremamente avvolgente, le sue prerogative assolutamente
positive lo candidano a innumerevoli abbinamenti;
- “Mussennore
Riserva” - Vino Rosso (non filtrato), Cannonau di Sardegna D.O.C., 100%
Cannonau, 15,5% Vol., realizzato con le uve provenienti solo dai ceppi più
antichi della Vigna di Palagorrai, dopo la pigiatura delicata e la macerazione
sulle bucce per circa 20 giorni segue un periodo di maturazione spontanea
(100% naturale) in botti di rovere per circa 24 mesi, dopo l’imbottigliamento
trascorre un lungo periodo di affinamento (circa 18 mesi) in bottiglia
prima della commercializzazione. Un Vino di nicchia (solo 700 Bottiglie) con un
forte carattere identitario, dal bel colore granato scuro, cupo e profondo, con
sentori di frutti rossi maturi, di frutta sotto spirito e di note di tostate,
assolutamente piacevole, fruttato e potente si distingue per un finale
persistente, sapido, balsamico e minerale;
- “Mussennore
Granazza” - Vino Bianco (non filtrato), Barbagia I.G.T., 100% Granazza,
13,5% Vol., l’uva autoctona a bacca bianca, raccolta e selezionata manualmente,
viene pigiata delicatamente e poi travasata in contenitori d’acciaio dove
vinifica in bianco e matura per circa 8 mesi prima di passare all’imbottigliamento.
Un Vino Bianco raro (soltanto 700 Bottiglie) e prezioso dal bel colore giallo
dorato, con profumi intensi floreali e minerali, notevole la freschezza e la
sapidità ottima e piacevole la persistenza.
La “Cantina
Mussennore”, dopo un solo anno di attività commerciale ha iniziato da subito a
ricevere importanti riconoscimenti per i suoi Vini come la “Medaglia d’Oro”
al “Concorso Internazionale Grenaches du Monde 2022” per il “Mussennore
Ghirada Palagorrai 2019”. Il Concorso nato nel 2013 e dedicato al vitigno
internazionale “Grenache” (corrispondente Francese del “Cannonau”) si
svolge ogni anno in una diversa parte del Mondo, la scelta della Location è
legata proprio dalla presenza di questo particolare vitigno. L’Edizione 2022 si
è svolta nella bella e storica Città di Navarra, in Spagna, dove il vitigno,
come già accennato, è conosciuto come “Garnacha”.
La Famiglia
Canneddu Fadda, Maria Antonietta e Pietro, con i Figli Antonio, Francesco e
Roberta sono un nucleo molto unito, persone estremamente valide e fortemente
attaccate alle proprie radici e al proprio territorio che, con grande impegno, hanno
deciso di valorizzare. Coltivano con assoluta dedizione le loro vigne non solo
per produrre vini eccellenti, ma anche per onorare i loro antenati e per
custodire le tradizioni che, generazione dopo generazione, sono state lasciate.
Gli ottimi Vini di “Cantina Mussennore” raccontano la storia di un Territorio magnifico come quello di Mamoida, il Cuore della Barbagia, ma anche delle straordinarie persone che con grande amore e grande passione li realizzano.
Il Vino Bianco "Granazza 2022" (Foto CM)
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